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L’arte dei Macachi Liguri: tradizione antica con una sostenibilità e freschezza sorprendentemente moderne.

Statuine presepe Macachi liguri albissola

I Macachi sono personaggi del presepe. Parliamo di statuine alte 12 centimetri che da 200 anni fanno rivivere la nascita di Gesù, con un’atmosfera che ambienta il presepe tradizionale in un contesto di personaggi liguri. Uno degli aspetti affascinanti di questa tradizione, è la sua storia.

Prima dei Macachi, in Liguria, esisteva una secolare tradizione presepiale colta, che risale addirittura al cinquecento. Il presepe era rappresentato attraverso statue, soprattutto in legno, autentiche opere d’arte di grandi dimensioni. Naturalmente i committenti erano nobili, clero, notabili, ricchi mercanti. Perse d’importanza durante il settecento, epoca particolarmente laica, poco interessata ai temi religiosi. Successivamente, con gli editti napoleonici, quelle rappresentazioni sacre furono addirittura messe al bando. In questo contesto storico, accanto a un’attività che da secoli è l’orgoglio cittadino, la produzione ceramica, il presepe risorse  ripartendo dal basso, dalla terracotta, materiale chiave per decine e decine di fabbriche di pignatte. Questa piccola rivoluzione artigiana esplode soprattutto a Savona e Albisola e le artefici furono le donne del popolo, madri, mogli e figlie di chi operava nelle fabbriche di stoviglie. Erano loro che realizzavano le statuine del presepe con gli scarti delle pignatte. Fu così che le grandi statue divennero statuine o meglio “figurine”, da qui figurinaie. Pezzi ricavati da stampi e realizzate non più da insigni artisti, bensì da popolane, senza conoscenze e tecniche artistiche. Quelle statuine così semplici, con i loro occhi, la bocca a puntini, tanto da essere state definite “macachi”, in modo dispregiativo, dai ceramisti, furono qualcosa di nuovo e originale.

I personaggi sono 25, dalla Sacra Famiglia, a Gelindo e Gelinda che sono i primi buoni pastori con i doni, lei con le fasce e lui con una gallina. Poi ci sono Gelone e la Gelona, due pastori che arrivano dall’entroterra con abiti pesanti. Poi c’è Matteo che suona il piffero e tanti altri. Oltre due secoli di tradizione di presepe popolare si sviluppano in una realtà albisolese in cui, chi lavorava nelle fabbriche di pignatte, era in fondo alla scala sociale. Le statuine del presepe albisolese ebbero il loro boom nei primi decenni del secolo scorso, fino alla seconda guerra mondiale. Poi, con la morte delle ultime figurinaie, la tradizione fu portata avanti da pochissimi. Nonostante ciò, riuscì a sopravvivere, arrivando ai giorni nostri. La statua della figurinaia, presente nel centro storico di Albissola, testimonia che lo spirito dei Macachi è più che mai attuale, con la sostenibilità proveniente dal riciclo creativo di scarti di produzione e la consapevolezza sociale proveniente dalle umili origini delle figurinaie. Una tradizione che è storia, una storia che è appartenenza e valore. Un valore che possiamo ritrovare oggi visitando i presepi storici di Albissola e proseguendo per il Sassello, non molto lontano. Qui, proprio nel cuore del Parco del Beigua, potrete scoprire “La Sassellese”, il Paese delle Dolcezze, con i suoi gioielli della tradizione: Amaretti morbidi, Baci di Sassello, Canestrellini e tutte le prelibatezze create in questo territorio, secondo la tradizione. Affinché la Dolcezza passi di generazione in generazione.

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