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A Natale la Liguria è tutta un fuoco!

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Come ogni anno si accendono le luminarie del Natale e la festa può finalmente cominciare.

Ma che anno sarà quello che andrà a incominciare? Per provare a fare luce sul futuro e capire con un pizzico di anticipo cosa aspettarsi, negli antichi territori della Repubblica di Genova si era soliti accendere un fuoco, anzi, un Confuoco (“O Confeugo“), e osservare la fiamma levarsi.

La direzione che avrebbe preso sarebbe stato un buono o un cattivo auspicio per l’anno a venire.

Fin qui la parte scaramantica e la credenza popolare. Poi c’era l’aspetto politico, perché la Cerimonia del Confuego, di cui si hanno notizie a Genova già a partire del 1300, era a tutti gli effetti un’occasione per celebrare le alleanze tra i poteri della città.

In occasione del Natale il popolo confermava la sua osservanza alle massime autorità della Repubblica presentando un tronco d’alloro decorato con nastri bianchi e rossi, che simboleggiavano i problemi.

Il Doge incontrava l’Abate del Popolo in rappresentanza delle Podesterie della città, il fuoco veniva dato alle fiamme e se la fumata era bianca e diritta era un segnale di buona fortuna per la città e suoi cittadini. Che infatti facevano a gara per contendersi i tizzoni rimasti che si diceva avessero anche proprietà taumaturgiche. Questo fu spesso causa di risse e di disordine pubblico, al punto che venne stabilito di bruciare più ceppi per distribuire equamente a tutti i tizzoni-amuleto.

La Cerimonia del Confuego fu poi estesa ai territori dominati dalla Repubblica di Genova. Nel ponente ligure si svolgeva ad Albenga, Pietra Ligure, Noli, Savona, Varazze e Arenzano, mentre nel levante si celebrava a Uscio, Recco, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Chiavari, Lavagna e Riva Trigoso.

Questa grande festa di luce e questo auspicio di prosperità e pace da rinnovare ogni anno fu abolita durante il dominio francese nel 1499, ripristinata e di nuovo sospesa. Ma dal 1923 è di nuovo diventata un appuntamento fisso e tra i più suggestivi da vivere nelle giornate che anticipano le Festività del Natale.

Non solo a Genova, ma anche in molte delle altre città che anticamente lo celebravano, come ad esempio Savona e Chiavari, e dove al rito dell’accensione si uniscono cortei storici e altri eventi collaterali.

Un vero e proprio tuffo nella storia che vale la pena di vivere da vicino… magari senza lanciarsi a recuperare un tizzone portafortuna prima che il fuoco si sia spento!

L’antica arte del Presepe ligure

Abbiamo già parlato diffusamente dei presepi più belli di Liguria, una vera e propria costellazione di opere d’arte che illumina i borghi, le chiese e le città del nostro territorio.

Quella dei presepi in Liguria è una tradizione che ha le sue radici in una vera e propria Scuola resa celebre nel Settecento dalle opere di famosi scultori come Anton Maria Maragliano.

Tra le rappresentazioni più suggestive create dalla bottega del Maragliano non si può non citare il Santuario della Madonnetta di Genova.

Ma tra i tanti antichi presepi, in Liguria ce n’è uno molto più recente e generosamente illuminato che è considerato il più grande del mondo. è il Presepe di Manarola, una suggestiva e monumentale opera con cui il caratteristico borgo delle Cinque Terre si è guadagnato un altro primato da Guinness, grazie agli 8 km di cavi elettrici e alle 17000 lampadine utilizzate!

Ancora il potere del fuoco per riscaldare le Feste

Le antiche usanze del Natale in Liguria sono la testimonianza di una cultura popolare condivisa con tante altre regioni d’Italia.

L’importanza del focolare è tutta nel rito propiziatorio del ceppo, un pezzo di legno ricevuto in dono da accendere la notte della Vigilia di Natale e da tenere vivo fino a Capodanno 

senza mai far spegnere la fiamma. La differenza sta nella scelta del legno, che qui in Liguria era solita cadere sull’ulivo, con il corredo di alcuni rami di ginepro, considerati propizi.

Piccoli gesti antichi per una grande festa

Un tempo nella notte della vigilia ogni più piccolo gesto si ammantava di sacralità. Persino il pane assumeva virtù terapeutiche. Ma per conservarne il suo potere curativo lo si doveva mettere sulla tavola il giorno di Natale, tagliarlo a forma di croce e non mangiarne nemmeno una briciola fino alla fine delle feste.

I carboni del fuoco del camino a Natale erano gelosamente conservati perché si credeva nel loro potere taumaturgico e apotropaico e, tra le altre cose, si pensava fossero efficaci contro le frane dopo molti giorni di pioggia. Un’altra credenza largamente diffusa e praticata la notte della vigilia era quella dei pronostici. Ad esempio sì poggiavano sul focolare o sulla stufa due chicchi di grano per prevedere il futuro di una coppia di fidanzati a seconda della reazione al calore, oppure se ne mettevano dodici indicando i mesi dell’anno e prevedendo l’andamento del raccolto in base a quanto in alto i granelli sarebbero saltati.

In Liguria a Natale c’è più gusto!

Come non ricordare poi le straordinarie bontà che la tradizione ligure riserva a tavola a Natale? Una su tutte? L’incredibile, scenografico e irresistibile Cappon Magro. Un capolavoro di architettura culinaria nato come piatto popolare e diventato  un trionfo di ricchezza da ostentare nelle occasioni di festa.

Per non parlare poi dei dolci tipici. E qui non ne parliamo anche perché, oltre all’immancabile Pandolce della tradizione, noi a tavola continuiamo a preferire le piccole e golosissime bontà che prepariamo personalmente ogni giorno nel nostro Paese delle Dolcezze! 😉

Insomma, anche a Natale in Liguria ci sono tutti gli ingredienti per un’esperienza davvero indimenticabile. E se consideriamo le temperature medie dell’inverno, ci sono proprio tutti i presupposti per scegliere di trascorrere qui qualche bella giornata di festa!

L’immagine del post è stata gentilmente fornita da “A Compagna“.

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